Mutuo a tasso fisso o variabile? L’eterno dilemma

Stai valutando l’eventualità di accendere un mutuo per l’acquisto di un immobile e ovviamente la domanda ricorrente è questa: tasso fisso o variabile? Scopri i pro e contro di entrambi e fai la tua scelta consapevole.

Mutuo a tasso fisso o variabile? Come per qualunque questione legata al settore creditizio non c’è e non può esserci una risposta univoca; tutto dipende da considerazioni personali riguardo la propria situazione economica e reddituale, dalle caratteristiche del mutuo richiesto (finalità, importo e durata), ma anche da motivazioni psicologiche come la propensione al rischio e la capacità di affrontare gli imprevisti senza esserne sopraffatto.

Detto ciò passiamo ad analizzare le due tipologie cercando di far luce sulle caratteristiche dell’una e dell’altra per darti così la possibilità di una riflessione mirata e una scelta più consapevole.

Mutui a tasso fisso

Un mutuo a tasso fisso è caratterizzato da un tasso di interesse costante per tutta la durata del piano di ammortamento.

Il tasso viene determinato al momento della stipula e dipende dall’EURIRS, detto anche IRS, un parametro di riferimento che cambia a cadenza quotidianae può essere consultato per scadenze da 1 a 50 anni, a seconda della durata del mutuo acceso tramite la banca. All’aumentare della durata del mutuo aumenterà anche il valore dell’EURIRS. L’EURIRS rappresenta il tasso di interesse medio al quale le banche stipulano swap (strumenti derivati) per coprire il rischio di interesse.

Puoi consultare i valori dell’IRS sui quotidiani e sui siti online specializzati alle pagine che riguardano la finanza e i mercati e, visto che possono passare diversi giorni dall’approvazione del mutuo alla stipula del contratto, è buona norma tenere sotto controllo le variazioni dell’IRS per evitare di arrivare al giorno del contratto con un tasso di interesse sensibilmente superiore a quello considerato il giorno dell’approvazione della richiesta.

Il tasso di interesse è dato dalla somma dell’IRS corrispondente alla scadenza del proprio contratto di mutuo sommato allo spread bancario, cioè il guadagno dell’istituto di credito.

 Mutuo a tasso variabile

Al contrario dei mutui a tasso fisso che hanno una rata costante per tutta la durata del prestito, il tasso del mutuo variabile può variare nel corso dell’intero ammortamento in base ai trend dei mercati finanziari, in particolare in base all’Euribor e al tasso principale della BCE.  

La rata del mutuo, quindi, dipende dallo spread, il guadagno dell’Istituto che rimane costante per tutta la durata del mutuo, sommato appunto all’Euribor che cambia tutti i giorni e rappresenta il tasso medio a cui avvengono le transazioni finanziarie in Euro tra le grandi banche europee.

Esistono diverse scadenze per l’Euribor, le più usate sono quella mensile, quella trimestrale e quella semestrale. La scadenza usata come parametro è definita da contratto.

Le oscillazioni dell’Euribor influenzano direttamente la rata del mutuo a tasso variabile, con effetto unicamente sul debito residuo, perché è su quello che viene calcolato la quota interessi della rata.

Le date da calendario in cui il tasso viene aggiornato alle eventuali modifiche dell’Euribor, vengono dette “epoche di revisione”. È importante conoscere questi dati perché permettono di sapere quando le oscillazioni avranno effetto sull’importo della propria rata, facendo in modo da trovarsi preparati in caso di forti rialzi. Le epoche di revisione del mutuo sono riportate sia nel contratto di mutuo che sul relativo Foglio Informativo allegato.

Tasso fisso o tasso variabile?

In sintesi, dunque, un mutuo a tasso fisso prevede un tasso di interesse costante per tutta la durata del mutuo, determinato dall’indice IRS, mentre un mutuo a tasso variabile prevede dei possibili rialzi o ribassi dell’interesse nel corso del tempo, in funzione dell’andamento del tasso EURIBOR.

Per i mutui con durata breve sotto i 15 anni, il tasso di interesse variabile potrebbe essere interessante. Prevedendo un piano di ammortamento alla francese la maggior parte degli interessi verrebbero rimborsati nei primi anni, per cui anche in caso di futuro aumento del tasso di interesse questo inciderebbe poco sul capitale minimo.

Per i mutui a lungo termine oltre i 30 anni, il tasso fisso rappresenta la certezza di conoscere in anticipo il costo totale degli interessi e la protezione da un rialzo eccessivo del tasso di interesse.

Dal punto di vista dell’economia familiare, il tasso fisso è preferibile in caso di stipendio fisso e costante nel tempo, quello variabile è una valida alternativa in presenza di redditi più alti o con previsioni di miglioramenti nel futuro. Inoltre è preferibile mantenersi su un tasso fisso quando la rata che si sta per contrarre è già al limite della propria sostenibilità e, dunque, il budget familiare non potrebbe sostenere un aumento improvviso della rata.

Se scegli un mutuo a tasso variabile, dovresti aggiornarti sempre riguardo gli indici di riferimento e monitorare i grafici dell’Euribor per capire quando e se è il caso di rinegoziare le condizioni contrattuali e richiedere una surroga del mutuo. Inoltre, la situazione attuale che ha visto ben 3 rialzi dei tassi nel corso del 2022 induce ad essere cauti rispetto alla scelta del tasso variabile in considerazione degli ulteriori aumenti previsti prossimamente.

Ci sono alternative?

Rispetto ai classici fisso o variabile, esistono delle alternative da prendere in considerazione. Una potrebbe essere il mutuo variabile con CAP, che prevede un tetto massimo, il cap appunto (in inglese cappello), che rappresenta il limite al tasso di interesse applicabile al mutuo, stabilendo così in anticipo anche la rata massima che eventualmente si andrebbe a pagare. Mai farsi ingannare dalle offerte allettanti delle banche; infatti la scelta del mutuo con cap ha senso solo quando esso è abbastanza simile al tasso fisso. Diversamente è preferibile garantirsi la sicurezza di una rata fissa e costante per tutta la durata dell’ammortamento. Qualora i tassi di interesse dovessero scendere sensibilmente si potrebbe sempre considerare l’eventualità di richiedere una surroga del mutuo, ovvero il passaggio del mutuo a una banca diversa.

Il mutuo a rata costante con durata variabile prevede rate costanti ma durata variabile in base ai tassi di interesse. Un aumento dei tassi di interesse comporterebbe un aumento della durata del prestito, viceversa un abbassamento dei tassi di interesse porterebbe a un ridotto periodo di ammortamento. Il contratto definisce comunque una scadenza massima per il rimborso del mutuo.

Il mutuo a tasso variabile con opzione garantisce la possibilità di iniziare con un tasso variabile per poi passare al fisso, ma per essere realmente vantaggioso deve prevedere la libertà di fare questo passaggio in qualunque momento senza scadenze prestabilite.

In conclusione, prima di procedere alla scelta di qualunque tipo di mutuo è opportuno fare delle valutazioni di tipo personale e anche legate alla situazione economica globale.

Del caso è sempre possibile richiedere la consulenza di un esperto del settore crediti per essere guidato verso la scelta più giusta.

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